Il termine Psicogenealogia viene indicato per definire l’insieme di conoscenze, metodi di indagine e strumenti di lavoro provenienti da diverse fonti, relativi a identificare le influenze degli antenati sulla vita dei discendenti e a risolvere i conflitti posti dalle suddette influenze.
La Psicogenealogia fa i primi passi intorno al 1970 con la Psicoanalista
Anne Ancelin Schützenberger ed è altresì denominata Ricerca Transgenerazionale in quanto studia le influenze dell’albero genealogico sulla vita di una persona, in particolare su “eventi inspiegabili” quali: ripetizioni di incidenti in corrispondenza di certe date, il non riuscire a tenere un partner o ad avere figli, il fallire ripetutamente nel lavoro nonostante l’impegno e la competenza, ecc.
La Psicogenealogia spiega la trasmissione familiare – da una generazione all´altra – delle memorie di eventi tragici, di debiti e obbligazioni non risolti, di ripetizioni inconsce di schemi comportamentali, di cicli di vita non conclusi. Tale trasmissione viene collegata non solo a eventi privati accaduti nelle famiglie, ma anche ad eventi collettivi drammatici storici come guerre, calamità naturali o crisi economiche che hanno sconvolto le vite dei nostri antenati con conseguenze gravi che possono arrivare a influire sulle scelte di vita dei discendenti da tre a sette generazioni.
Le privazioni, i torti subiti, le gravi perdite o le morti precoci creano nell’anima dell’intera famiglia una ferita e una sofferenza per quello che non si è potuto avere o è stato portato via con la violenza, per i sogni infranti o per le realizzazioni personali spezzate dal destino avverso.
I discendenti, attraverso il “Progetto Senso” vengono incaricati dal clan di concludere “irrisolti”, di colmare vuoti, di riparare offese o ingiustizie, di restaurare ordini, ecc. che i loro predecessori non hanno potuto portare a termine. La memoria delle ingiustizie, infatti, attraversa diverse generazioni ricadendo come un fardello pesante sui discendenti, che spesso sacrificano la propria vita e i propri sogni, spinti dalla “Lealtà familiare” a risanare gli incompiuti dell’antenato e a riportare la giustizia e l’ordine dell’amore nel sistema famiglia.
Per approccio transgenerazionale, quindi, si intende la volontà di considerare il progetto di vita di un individuo come frutto dei compiti di compensazione del destino familiare che egli ha ricevuto fin dal momento del suo concepimento. Il progetto senso è un tema centrale dell’approccio transgenerazionale. Il mancato adempimento delle “missioni di compensazione” assegnate dal clan familiare crea un conflitto interiore nel discendente che manifesta una sorta di auto boicottaggio nel suo stesso progetto di vita. L’impossibilità di godere i frutti del proprio benessere economico o la difficoltà a realizzare un benessere economico, una bocciatura a un concorso importante, una rinuncia agli studi, problemi di inserimento nel mondo del lavoro, “fatalità” che fanno effettuare investimenti sbagliati, portano a fallimenti economici, fanno sposare il partner che non si ama o creano difficoltà ai tentativi di formare una famiglia e di generare dei figli, possono essere visti come tanti esempi di auto boicottaggio.
In generale si potrebbe dire che i torti subiti da un avo possono divenire nel discendente missioni riparatrici, i fallimenti possono trasformarsi nell’ incapacità di creare relazioni e condizioni proficue, i traumi in depressioni, le sofferenze in carenza di fiducia nelle proprie possibilità e in quelle della vita, lo stress accumulato di generazione in generazione può materializzarsi nelle malattia fisica e nell’impasse psicologica. Particolarmente pericolosi possono essere gli effetti che riguardano eventi traumatici rimasti segreti, dei quali non si è mai osato parlare in famiglia: tradimenti segreti, figli concepiti al di fuori del matrimonio o figli rinnegati, delitti, condanne segrete, filiazioni segrete.
Tratto da: A. A. Schützenberger La sindrome degli antenati.
COSTELLAZIONI ARCHETIPICHE
Il viaggio dell’eroe
Percorso di crescita personale attraverso le costellazioni archetipiche: si svolge in 6 incontri un fine settimana al mese.
Il Viaggio dell’Eroe è composto essenzialmente dalle seguenti esperienze archetipiche:
1. affrontare il Viaggio
2. combattere e sconfiggere il Drago
3. salvare la Fanciulla
4. impadronirsi del Tesoro
5. edificare il Regno.
L’Eroe: l’individuo, la persona che lascia la propria zona di comfort e affronta una missione per trovare le risposte esistenziali, per realizzarsi. È mosso dalla curiosità, o dall’inquietudine di una vita non soddisfacente o dalla volontà di cambiare il proprio destino avverso.
Il Viaggio: è il percorso introspettivo, esperienziale e conoscitivo verso la consapevolezza di se stessi e dell’essenza della vita.
Il Drago: è la nostra parte oscura, l’Ombra in cui abbiamo nascosto tutte le nostre paure, i dolori, i traumi, le parti non accettate di noi stessi. È l’apparente nemico da sconfiggere che si rivelerà essere la più grande prova da superare. Nella maggior parte delle volte, il Drago va solo visto, portato in Luce, consapevolizzato e integrato. Non è qualcosa da escludere o da sconfiggere, altrimenti sarebbe come rinchiudere di nuovo nello sgabuzzino del nostro subconscio quello che non siamo in grado o non vogliamo affrontare. Affrontare il Drago è la sfida più grande.
La Fanciulla: è l’anima dell’Eroe, la sua autenticità. È la stima per se stessi, l’accettazione profonda dello scopo che abbiamo in questa vita. È l’integrazione tra Maschile e Femminile, Animus e Anima.
Il Tesoro: è la ricompensa. È la buona riuscita, in termini evolutivi, del percorso fatto, del superamento degli ostacoli, della bellezza e della gioia che abbiamo sperimentato. È la scoperta dei nostri veri talenti. È la gratitudine e l’amore che abbiamo provato nell’incontro sano e funzionale con ‘l’altro diverso da noi’. È anche vedere i propri sforzi e le proprie aspettative, realizzati, concretizzati, riconosciuti.
Il Regno: è la nostra Vita dopo la ‘rinascita’. È la capacità di edificare, costruire quello che desideriamo e materializzarlo in questa esistenza. A quel punto, da Eroe e da Eroina diverremo Re e Regina del nostro Regno, capaci di essere responsabili e autentici in ogni aspetto della nostra vita.
Attraverso le costellazioni familiari archetipiche possiamo vedere se gli archetipi sono in ombra o in luce. Gli archetipi sono 12 e le età in cui si attivano corrispondono a cicli di sette anni a partire dalla nascita: innocente, orfano, guerriero, angelo custode, amante, cercatore, creatore, distruttore, mago, sovrano, saggio, folle.
Jung approfondisce gli Archetipi in chiave evolutiva. Essi sono dei modelli originari di essere e di pensare, di agire e di sentire: ciascuno con le proprie caratteristiche e funzioni, con delle specifiche qualità e difetti. Ogni Archetipo ha una specifica personalità con le proprie qualità e i propri difetti. Come gli organi fisici hanno ciascuno una determinata funzione biologica, sono collegati gli uni gli altri e non potrebbero esistere al di fuori dell’organismo, così gli Archetipi diventano organi psichici: hanno ognuno una determinata funzione nello sviluppo e nel funzionamentodella personalità e della coscienza, sono in collegamento tra loro e ciascuno di essi è indispensabile. Come gli organi fisici anche gli organi psichici si ammalano. È sufficiente che un Archetipo non funzioni al meglio dentro di noi, che tutto il sistema ne risente. Gli Archetipi sono sempre tutti presenti dentro di noi. Possono essere: attivi (quando stanno lavorando) passivi o dormienti (quando non li utilizziamo o non siamo coscienti delle loro caratteristiche e peculiarità)
Se attivi possono essere o in Luce o in Ombra. Sono in Luce: quando utilizziamo le qualità positive e le risorse di quell’Archetipo; Sono in Ombra: quando stiamo esprimendo le caratteristiche negative e i difetti di quell’Archetipo.
James Hillman, allievo di Jung, porta a un’evoluzione ulteriore la teoria degli archetipi, andando a delineare una “psicologia archetipica”. Gli archetipi sono considerati nella loro manifestazione fenomenica, nel percorso che ciascuno compie dentro la propria anima. La guarigione arriva attraverso il riconoscimento di quegli Archetipi che agiscono nelle persone e nel mondo. Gli Archetipi vengono in qualche modo equiparati agli eroi, agli dei e alle dee della mitologia: potenti forze istintive che spingono a determinati comportamenti, che necessitano di esprimersi.
Le fasi per il percorso evolutivo sono:
1: approfondire la conoscenza degli archetipi
2: individuare quelli dominanti e quelli meno coltivati o dormienti
3: cercare di comportarsi con le caratteristiche positive dell’archetipo che cioccorre maggiormente sviluppare
4: imparare a far colloquiare tutti gli archetipi e a esprimerli al meglio delle loro qualità, in piena armonia e autenticità.